Lo Spritz è il cocktail simbolo degli aperitivi italiani, scelto da oltre il 70% della popolazione per vivere con spensieratezza l’orario dell’aperitivo. Fresco, colorato e non molto alcolico, lo Spritz è tornato da qualche anno il cocktail preferito degli italiani. Le origini dello Spritz risalgono al 1800, ma quello che conosciamo oggi non è proprio quello di una volta.
Le origini dello Spritz, la nascita nell’Ottocento
Il cocktail arancione nasce durante la dominazione austriaca nel lombardo-veneto, tra fine ‘700 e inizio ‘800, quando i soldati asburgici iniziarono a fare la conoscenza dei vini veneti. Questi ultimi, però, risultarono da subito troppo forti per i palati dei soldati. Così, per addolcirne il sapore qualcuno pensò di aggiungere l’acqua gassata al vino. Da questo deriva anche il nome “Spritzen” che vuol dire, appunto, “spruzzare”. Le origini dello Spritz sono quindi austro-ungariche e la ricetta prevedeva vino bianco e acqua gassata.
Il cocktail come lo conosciamo oggi nasce nel Novecento
Una prima novità ci fu nei primi anni del ‘900, quando si diffusero i primi sifoni per l’acqua di Seltz che divennero un’alternativa all’acqua frizzante. L’evoluzione fondamentale che ha portato al cocktail come lo conosciamo oggi si ebbe solo negli anni Venti, quando si pensò di aggiungere alla miscela un po’ di bitter.
Dalla versione col bitter, ne sono nate subito altre due versioni. La prima è quella più “continentale”, di Padova, con l’Aperol; la seconda è quella tipicamente “lagunare” con il Select, il bitter prodotto dai fratelli Pilla, che non si è diffuso oltre Venezia. Il primo, invece, ha avuto successo in tutto il Nord Italia fin dagli anni ‘70, fino a raggiungere il successo globale ed essere inserito nell’International Bartenders Association (IBA) con il nome “Spritz veneziano”.
Le infinite varianti del cocktail arancione… ma non solo!
Ogni città del Triveneto, però, modifica la ricetta con piccole o grandi differenze: a Padova scelgono il vino bianco frizzante, a Treviso, invece, si trova il Prosecco, mentre a Venezia si rinuncia alle bollicine e si usa un vino bianco fermo, a Udine è d’obbligo il Tocai Friulano. Anche per le colorazioni, si dà il via libera alla fantasia: oltre alla nota variante con il Campari al posto dell’Aperol, ne esistono anche con amari scuri come China Martini o Cynar che sostituiscono degnamente i bitter, o varianti chiare come il cocktail bianco Hugo (a base di Prosecco, sciroppo di fiori di sambuco, seltz e foglie di menta).
Lo Spritz di Dasein
Da Dasein si può provare lo Spritz nato dal nuovo incontro tra Austria e Italia, creato sulle esigenze del palato di chi lo beve. Grazie alla champagneria di Porta Venezia si sono incrociate le strade di un’austriaca e di un italiano con il desiderio di creare qualcosa di unico, di cambiare le regole del gioco, di unire le loro diverse conoscenze ed esperienze per offrire qualcosa di particolare ai loro ospiti. Dalla ricetta originale del 1800, Monika Zanic e Andrea Saldi hanno creato tantissimi Spritz diversi e più di dieci tipi di Negroni, delle varianti che aggiungono infusi creati ad hoc e particolari tipi di gin aromatizzati a ogni nuova proposta.
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